Patrizio Bianchi
Patrizio Bianchi
  • Home
  • Chi sono
  • Temi
    • Attualità
    • Economia
    • Educazione
    • Europa
    • Lavoro
  • Cantiere delle Politiche
  • Media e pubblicazioni
    • Foto
    • Conferenze (video)
    • Libri
    • Articoli scientifici
    • Articoli e interviste
    • Download materiali
  • Home
  • Attualità
  • Città metropolitane e città reticolari

Città metropolitane e città reticolari

Attualità, Europa 21 Maggio 2014

Il tema del Salzburg Global Seminar di quest’anno è “MIND the GAP!”, che è come dire che bisogna pensare al buco, alla frattura che si sta realizzando in giro per il mondo fra le aree, le città, le imprese dinamiche che hanno effettivamente colto le opportunità della globalizzazione e quelle imprese, quelle città, quei territori che sono rimasti al margine di questo salto che si è generato negli ultimi anni.
Fino alla fine del Novecento erano i paesi avanzati, l’occidente più il Giappone a tirare la crescita mondiale. Dalla fine del Novecento sono altri i paesi che danno il passo al mondo, con alcune mutazioni nella vita umana che noi, in Europa e ancor più in Italia, tardiamo a cogliere.
Ad esempio il ruolo delle città. L’emergere dei nuovi leaders che saltano sul palco della crescita mondiale negli ultimi anni porta in evidenza un concetto di città a noi sconosciuto. Certo Londra, Parigi, New York, Los Angeles sono immense città che hanno mantenuto un nucleo centrale che, progressivamente ampliatosi, si è espanso, mantenendo tuttavia un’identità originaria.

Le nuove città asiatiche sono conglomerazioni che diventano regione, territorio e in cui si concentra larga parte della popolazione dello stato. Certamente c’era Hong Kong, c’era Canton, c’era Macao. Ma oggi c’è un’unica enorme conglomerazione con tre porti lungo il Fiume delle Perle, fra i primi cinque al mondo. Giacarta diviene una regione ai bordi di una catena di vulcani, che disegnano l’intero arcipelago indonesiano. Istanbul si presenta come un’unica area urbanizzata fra due continenti, che diviene non solo il centro della Turchia, ma di una intera area del mondo, anzi è essa stessa un mondo in cui convivono come nella altre megalopoli aree di straordinaria povertà e di straordinaria eleganza, quartieri degli affari e città dormitorio.
In ognuna di queste immense conglomerazioni si sovrappongono circuiti diversi, ad esempio educativi, con la convergenza di decine di Università e istituti superiori di ricerca, catalizzatori di uno sviluppo che richiede un salto nella dimensione della programmazione economica e sociale.
In Europa, dove la dimensione delle città rimane minore, rischiamo di confonderci utilizzando strumenti inadeguati all’effettivo bisogno di visione del futuro. In questo senso aver ribattezzato le vecchie province delle città capoluogo aree metropolitane rischia di confondere, perché rischia di forzare dentro ad una nuova gabbia amministrativa situazioni fra loro molto diverse. Ad esempio è chiaro che Milano, Roma e Napoli hanno bisogno di una struttura amministrativa che riunisce municipalità diverse ma interagenti in uno stesso contesto urbano. Altra cosa è mettere insieme Bologna, Monghidoro e Crevalcore, perché la dimensione urbana è ben limitata e non si estende alla montagna e alla bassa, a meno di non ripensare il concetto stesso di città e quindi attribuirle un carattere di città diffusa in cui aree urbane e aree rurali diventano parte di uno stesso ambito che esalta i vantaggi della vita in piccole comunità, ma offre l’opportunità di muoversi in una rete urbana ad alta intensità di relazione.

Johannes Hahn, commissario uscente per le politiche regionali, presente qui al seminario di Salisburgo, ha messo in evidenza come questo ridisegno del concetto stesso di città reticolari richieda necessariamente per l’Europa una nuova programmazione urbana in cui centri urbani storici, aree intermedie, ambienti rurali fortemente abitati e aree ambientali protette diventino un unico contesto urbano strettamente interconnesso e interagente.
In questa logica una dimensione di cinque milioni di abitanti come l’Emilia-Romagna diviene uno straordinario esperimento di città diffusa, in cui la cura dei centri storici – oggi quasi maniacalmente tutelati come isole perdute in un oceano di periferie — e la tutela dell’ambiente si trasformino in un tutt’uno,e in cui l’ambiente vissuto, quindi non imbalsamato, sia riconquistato grazie ad una visione dinamica, autogovernata, decentrata e quindi organizzabile in network che mantengano le identità locali ma rafforzino il carattere d’insieme.
Questo vuol dire ridare intensità a una programmazione regionale che ripensi ad esempio l’intero sistema dei trasporti, disponendo attorno alle fermate dell’alta velocità trasporti che abbiano caratteri metropolitani, agenti del resto da Piacenza a Bologna e da Bologna a Rimini, distanze orami minori di quelle che si coprono attraversando una qualsiasi grande città.
Una visione dello sviluppo della regione, non come sommatoria dei singoli territori, ma come sguardo d’insieme di una grande area umana che vuole cogliere tutti i vantaggi del nuovo mondo, ma preservando gli elementi identitari che ci permettono di affrontare anche prove durissime.

Questa è una straordinaria sfida per tutta l’Europa, in cui stanno emergendo città diffuse che non vogliono entrare in competizione con le nuove megalopoli, ma del nuovo mondo vogliono essere il luogo per comunità civili di grande qualità umana.

Condividi su FacebookCondividi su TwitterCondividi su Google+Condividi su Linkedin

I post più letti

  • Chi sono posted on Luglio 26, 2013
  • Media e pubblicazioni posted on Luglio 26, 2013
  • Temi posted on Luglio 26, 2013
ER Educazione Ricerca Emilia-Romagna
Tweets di @patriziob1952

Tag

2 agosto Assemblea Legislativa Regionale bologna Calabria cantiere delle politiche Cisl Conferenze contributi economia europa Fondi Strutturali formazione professionale FSE gianfranco franz Giuseppe Verdi Industria Isabella Gomedi Laureana di Borrello manifattura Patrizio Bianchi Primarie Primarie PD Regione Emilia-Romagna Riccardo Labianco scuola sviluppo territorio urbanistica Vasco Errani

(c) 2018 Patrizio Bianchi - Privacy Policy